STEP #33 - La sintesi finale
Per concludere l'attività di questo blog, ricapitoliamo il percorso che abbiamo seguito.
Partendo dal Foro Italico, quartiere dello sport costruito in epoca fascista a Roma (città dall'origine mitologica) e facente da sfondo alle vicende di "Accanto alla tigre", dove viene definito "un campo giochi ideale", e a quelle di "Lo chiamavano Jeeg Robot", ho provato ad analizzarne il significato del nome, un omaggio alla romanità e, all'epoca della costruzione, anche all'allora leader della nazione. Abbiamo poi visto alcune "cose" che potrebbero essere definite particolarmente inerenti al contesto: tra queste ho scelto di approfondire la racchetta da tennis, sia perchè ne ho una in casa, ma soprattutto perchè ogni maggio proprio al Foro Italico si tengono gli Internazionali d'Italia, torneo molto importante, sia maschile che femminile, in cui gli atleti fanno parlare le loro racchette e dimostrano al mondo le loro abilità.
"Racchetta" è un termine che deriva dalla parola araba che significa "mano": l'antenato del tennis era infatti giocato senza alcuno strumento ma solo con le mani.
Per fortuna nel corso del tempo si è capito che il gioco sarebbe stato molto più divertente con un oggetto che facesse da estensione del braccio e permettesse più creatività e potenza nei colpi. Inizialmente di legno, la racchetta si è evoluta fino a diventare un concentrato di ricerche e brevetti sulle forme e sui nuovi materiali, come la grafite. Diventata, inoltre, simbolo dello sport del tennis e uno dei simboli di sport in generale, esistono addirittura dei musei dedicati solamente alla racchetta da tennis.
A seconda dello stile di gioco del tennista, vi sono diverse categorie di racchette che vi si adattano: non esiste la racchetta perfetta in assoluto, essendo una questione soggettiva. Esse differiscono per dimensioni e proporzioni di alcune parti, come il piatto corde, che influenzano dal punto di vista fisico come viene apportato il colpo.
Ho poi provato a immaginare un futuro in cui le racchette raccoglieranno dati sull'utilizzo e saranno più sostenibili oltre ad alcuni utilizzi che si potrebbero fare di una racchetta in cucina.
Abbiamo visto come la racchetta sia stata rappresentata nei francobolli e in opere artistiche di diverse correnti, nonchè come Michelangelo Merisi da Caravaggio ne abbia usata una per scagliare una palla addosso ad un suo rivale in amore, uccidendolo e costringendosi ad una vita in perenne fuga dalla pena di morte.
Ne ho trovato riferimenti nel mondo della musica, in particolare in un brano inedito di Rino Gaetano, in quello dei fumetti, in quello del cinema, in cui viene utilizzata come scolapasta da un personaggio del film "The Apartment" del 1960.
Ho inoltre pensato a delle parole chiave, a un alfabeto e a dei numeri caratteristici della rachetta.
In chiusura, mi auguro che abbiate visto almeno una volta giocare Federer, che con la racchetta è capace di regalare vere emozioni. Nel caso, siete ancora in tempo, ma affrettatevi la sua carriera è ormai al termine... o almeno così dicono da dieci anni a questa parte.
Un saluto,
FR
Partendo dal Foro Italico, quartiere dello sport costruito in epoca fascista a Roma (città dall'origine mitologica) e facente da sfondo alle vicende di "Accanto alla tigre", dove viene definito "un campo giochi ideale", e a quelle di "Lo chiamavano Jeeg Robot", ho provato ad analizzarne il significato del nome, un omaggio alla romanità e, all'epoca della costruzione, anche all'allora leader della nazione. Abbiamo poi visto alcune "cose" che potrebbero essere definite particolarmente inerenti al contesto: tra queste ho scelto di approfondire la racchetta da tennis, sia perchè ne ho una in casa, ma soprattutto perchè ogni maggio proprio al Foro Italico si tengono gli Internazionali d'Italia, torneo molto importante, sia maschile che femminile, in cui gli atleti fanno parlare le loro racchette e dimostrano al mondo le loro abilità.
"Racchetta" è un termine che deriva dalla parola araba che significa "mano": l'antenato del tennis era infatti giocato senza alcuno strumento ma solo con le mani.
Per fortuna nel corso del tempo si è capito che il gioco sarebbe stato molto più divertente con un oggetto che facesse da estensione del braccio e permettesse più creatività e potenza nei colpi. Inizialmente di legno, la racchetta si è evoluta fino a diventare un concentrato di ricerche e brevetti sulle forme e sui nuovi materiali, come la grafite. Diventata, inoltre, simbolo dello sport del tennis e uno dei simboli di sport in generale, esistono addirittura dei musei dedicati solamente alla racchetta da tennis.
A seconda dello stile di gioco del tennista, vi sono diverse categorie di racchette che vi si adattano: non esiste la racchetta perfetta in assoluto, essendo una questione soggettiva. Esse differiscono per dimensioni e proporzioni di alcune parti, come il piatto corde, che influenzano dal punto di vista fisico come viene apportato il colpo.
Ho poi provato a immaginare un futuro in cui le racchette raccoglieranno dati sull'utilizzo e saranno più sostenibili oltre ad alcuni utilizzi che si potrebbero fare di una racchetta in cucina.
Abbiamo visto come la racchetta sia stata rappresentata nei francobolli e in opere artistiche di diverse correnti, nonchè come Michelangelo Merisi da Caravaggio ne abbia usata una per scagliare una palla addosso ad un suo rivale in amore, uccidendolo e costringendosi ad una vita in perenne fuga dalla pena di morte.
Ne ho trovato riferimenti nel mondo della musica, in particolare in un brano inedito di Rino Gaetano, in quello dei fumetti, in quello del cinema, in cui viene utilizzata come scolapasta da un personaggio del film "The Apartment" del 1960.
Ho inoltre pensato a delle parole chiave, a un alfabeto e a dei numeri caratteristici della rachetta.
In chiusura, mi auguro che abbiate visto almeno una volta giocare Federer, che con la racchetta è capace di regalare vere emozioni. Nel caso, siete ancora in tempo, ma affrettatevi la sua carriera è ormai al termine... o almeno così dicono da dieci anni a questa parte.
Un saluto,
FR
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